giovedì , 28 Marzo 2024

Top 10 degli uomini più ricchi della storia

Nella vita, non ci sono solo ricchi e poveri: c’è anche la non molto simpatica categoria dei molto, molto ricchi. Tenendo conto dell’inflazione, il sito Celebrity Net Worth ha cercato di rispondere a una domanda finora rimasta senza risposta: chi è stato l’uomo più ricco di tutta la storia del genere umano? Ecco qualche scorcio di vita di queste persone a dir poco fuori dal comune:

dollari americani

 

10°

Cornelius Vanderbilt: 185 miliardi dollari

Qualsiasi imprenditore vi confermerà che per fare successo, non bisogna avere paura di reinventarsi seguendo le tendenze del mercato. Cornelius Vanderbilt ne è l’esempio perfetto: proprietario di una società di traghetti nella baia di New York, vide un’occasione di guadagno facile e creò collegamenti marittimi Est-Ovest via Panama, con una parte del tragitto in sella a un mulo per attraversare lo stato dell’America centrale. E quando le prime locomotive a vapore uscirono dalle fabbriche, Cornelius mise subito mano sui trasporti ferroviari americani costruendo una prestigiosa stazione: Grand Central, nel cuore di Manhattan. Sorpresa: ha funzionato!
 

Henry Ford: 199 miliardi dollari

Nella grande tradizione dei “self made men” statunitensi, un po’ossessionati con il lavoro, Henry Ford mise l’America su quattro ruote con la Ford T, la prima auto a disposizione del pubblico di massa. Il suo segreto? La catena di produzione, nuova tecnica destinata a rivoluzionare l’era della produzione su larga scala. Ovviamente, valeva la pena investirci qualche dollaro. Inventore geniale, maniaco del lavoro, industriale visionario: il quadro sembra idilliaco. Questo, quanto serve a dimenticare il lato oscuro della sua biografia: sostenitore del regime hitleriano, autore del libro antisemita “L’Ebreo internazionale”, Henry non era quello che si dice un simpatico imprenditore. I più ricchi sono a volte i più stupidi.
 

Muammar Gheddafi: 200 miliardi dollari

Muammar non aveva idee brillanti, ma un sacco di petrolio, in misura sufficiente per far lievitare per bene il suo conto in banca. Durante gli anni passati al potere non ha mai smesso d’investire soldi ai quattro angoli del pianeta, e in tutti i settori (industria, edilizia, finanza, sport, ecc …), per tenere tutti a bada. Purtroppo per lui, ciò non è bastato a comprargli l’immunità dalla rivolta del suo popolo.
 

Guglielmo il Conquistatore: 229,5 miliardi di dollari

Prima di Thierry Henry, un altro francese parecchi anni prima andò a fare fortuna oltre la manica. Il buon Guglielmo, un po’ contrariato per essere conosciuto come “Guglielmo il Bastardo” sin dalla sua infanzia, decise di andare a mostrare agli inglesi di che pasta era fatto. Qualche pestaggio e Guglielmo s’impadronisce del trono, non prima di aver svuotato i cassetti di ogni singolo castello d’Inghilterra. E poi dicono che i soprannomi non vogliono dire niente.
 

Asaf Jah VII: 230 miliardi dollari

Ultimo sovrano del principato di Hyderabad, una provincia autonoma dell’Impero Indiano fino al 1950, ha ereditato alla nascita un tesoro enorme composto d’oro, pietre preziose, perle (abbastanza da coprire tutta la piazza di Piccadilly Circus, si diceva) e il famoso diamante Jacob, stimato a più di 100 milioni di dollari. E tuttavia, il buon Asaf aveva fama di essere un gran tirchio, uno che non presta neanche 20 centesimi per il caffè. 1 dollaro è sempre 1 dollaro, anche quando uno ne ha 230 miliardi…
 

Nikolai Alexandrovich Romanov: 300 miliardi dollari

Meglio conosciuto con il nome di Nicola II, Zar di tutte le Russie. Siamo onesti: per acquisire la sua enorme fortuna, il ragazzo non si è dato troppo da fare. Diventò l’obiettivo ideale dei padri fondatori del comunismo: come in ogni film d’azione che si rispetti, c’era bisogno di un cattivo a cui farla pagare. Ebbene, Nikolai fu ucciso con tutta la sua famiglia, per mettere in chiaro che non si scherza con i soldi del popolo. La rivoluzione, si sa, non risparmia i molto molto ricchi.
 

Andrew Carnegie: 310 miliardi dollari

L’inventore della filosofia dei tre terzi: secondo lui, un uomo deve passare un terzo della sua vita a imparare tutto quello che si può imparare, un terzo a guadagnare il massimo che si può guadagnare e un terzo a donare tutto il possibile. La perseveranza non gli mancava di certo: in mancanza di un’istruzione adatta a causa dal modesto reddito dei suoi genitori, il giovane Andrew trascorse la sua infanzia in biblioteca prima di dar vita alla più grande acciaieria degli Stati Uniti, proprio nel boom nel trasporto ferroviario (mica stupido, eh!) per dedicarsi alla beneficienza nel corso degli ultimi vent’anni della sua vita. Complimenti, Andrew.
 

John D. Rockefeller: 340 miliardi dollari

Si dice che il padre fosse un ciarlatano di grande talento, che si aggirava da un bar all’altro vendendo una pozione magica capace di curare tutti i mali. Peccato che tale pozione fosse in realtà una miscela di lassativi e petrolio, che ebbe l’effetto (ma dai?!) di danneggiare la fedeltà dei clienti, e il giovane John D. presto si rese conto che era meglio non contare sull’eredità del padre per guadagnasi da vivere. La creatività del cocktail di suo padre, però, gli ispirò l’idea d’investire nel petrolio, e fu così che Rockfeller creò la Standard Oil, monopolizzando il mercato statunitense dell’epoca.
 

La famiglia Rothschild: 350 miliardi dollari

Si era parlato di spese pazze, e girava voce che anche la famiglia Rohschild avesse i suoi problemi in materia di gestione del capitale di famiglia. Solo che il signor Mayer Rothschild è stato un po’ più furbo degli altri: sulla scia del successo della sua piccola banca tedesca, ha deciso di inviare ciascun figlio in una diversa capitale europea, con il compito di creare delle filiali, portando alla nascita della prima banca internazionale. Com’è finita? Tra padre e figli, producono l’equivalente del PIL della Danimarca. Sei il migliore, Mayer.
 

Moussa I del Mali: 400 miliardi dollari

Re dei re dell’impero del Mali all’inizio del XIV secolo, Moussa, da buon musulmano, decide d’intraprendere il suo pellegrinaggio alla Mecca. Ma, mentre altri fedeli si fanno centinaia se non migliaia di kilometri a piedi soffrendo la fame, Moussa preferisce affrontare il viaggio un po’ più attrezzato: parte con 60.000 uomini, 12.000 schiavi e 12 tonnellate di oro. Ma Moussa non è avaro e distribuisce oro lungo tutta la strada, facendo costruire una moschea in ognuno dei luoghi attraversati di venerdì. Un re generoso, la storia ci piace. Ma continuiamo con il nostro top…

Personalmente, a noi di top 10 non dispiacerebbe entrare a far parte di questa lista… e a voi?

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